FREQUENTLY ASKED QUESTION - DOMANDE FREQUENTI
Che cos’è la Sindrome da Fatica Cronica / Encefalomielite Mialgica (CFS/ME)?
La risposta è la traduzione di quanto riportato dal sito dei CDC di Atlanta (USA) a questo link.
La parte sottolineata è quella da noi aggiunta relativa all’Italia. I
termini CFS ed ME sono invertiti nella dicitura originale e li
conserviamo nella risposta.
L’Encefalomielite mialgica / Sindrome da Fatica Cronica (ME/CFS) è una malattia invalidante e complessa.
Le
persone con la ME/CFS spesso non sono in grado di svolgere le
loro usuali attività. A volte, la ME/CFS può confinarle a letto. Le
persone con la ME/CFS hanno una fatica schiacciante che non migliora
con il riposo. La ME/CFS può peggiorare dopo ogni attività, sia fisica
che mentale. Questo sintomo è conosciuto come malessere post-sforzo,
post-exertional malaise (PEM). Altri sintomi possono includere problemi
con il sonno, problemi cognitivi e di concentrazione, dolore e
vertigini. Le persone con la ME/CFS possono non sembrare malate. Tuttavia,
•
Le persone con la ME/CFS non sono in grado di funzionare allo stesso
modo in cui facevano prima di ammalarsi. • La
ME/CFS cambia la capacità delle persone di svolgere i propri compiti
quotidiani, come fare una doccia o preparare un pasto. •
La ME/CFS spesso rende difficile mantenere un lavoro, andare a scuola,
e partecipare alla vita familiare e sociale. • La ME/CFS può durare per anni e qualche volta porta a seria disabilità. •
Almeno 1 su 4 pazienti di ME/CFS è confinato a letto o confinato in
casa per lunghi periodi durante la malattia.
Chiunque può
ammalarsi di ME/CFS. Sebbene sia più comune nelle persone fra i
40 e i 60 anni, la malattia colpisce i bambini, gli adolescenti, e gli
adulti di tutte le età. Fra gli adulti, le donne sono colpite più degli
uomini. I bianchi vengono diagnosticati di più delle altre razze o
etnicità. Ma molte persone con la ME/CFS non hanno ricevuto una
diagnosi, specialmente fra le minoranze.
Come è stato notato nel rapporto dello IOM (Institute of Medicine)
• Si stima che possano soffrire di ME/CFS fra 836,000 e 2.5 millioni di americani. Si ipotizza che possano essere 200.000 gli italiani colpiti. • Circa il 90% delle persone con la MECFS non ha ricevuto una diagnosi. •
La ME/CFS costa all'economia americana da $17 a $24 miliardi annuali
circa in spese mediche e mancati guadagni.
Alcune delle
ragioni per cui le persone con la ME/CFS non hanno ricevuto una
diagnosi includono il limitato accesso alle strutture sanitarie e la
mancanza di educazione sulla MECFS fra il personale sanitario.
• La maggior parte delle facoltà di medicina negli Stati Uniti (e in Italia) non includono la ME/CFS come parte della formazione per i medici. • La malattia spesso non è capita bene o può non venire presa seriamente da parte del personale sanitario. •
È urgentemente necessaria una maggiore formazione per i medici e le
infermiere in modo che siano preparati a fare una diagnosi tempestiva e
a dare cura appropriata ai pazienti.
I ricercatori non hanno
ancora trovato le cause della ME/CFS, ma non ci sono test di laboratori
specifici per fare una diagnosi di ME/CFS direttamente. Perciò i medici
devono considerare la diagnosi di ME/CFS sulla base di una valutazione
approfondita dei sintomi della persona e della sua storia medica. È
importante che i medici diagnosticano e trattino ogni altra patologia
che possa causare sintomi simili. Sebbene non ci sia una cura per la ME
CFS, alcuni sintomi possono essere trattati o gestiti.
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Quali sono le possibili cause della CFS/ME? (La risposta è la traduzione di quanto si trova sul sito dei CDC di Atlanta a questa pagina)
Gli
scienziati non hanno ancora identificato la causa dell’encefalomielite
mialgica / sindrome da fatica cronica (ME/CFS). È possibile che la
ME/CFS abbia più di una causa, il che significa che i pazienti con la
ME/CFS possono avere una malattia che risulta da cause diverse (vedi
sotto). Inoltre, è possibile che due o più cause scatenanti possano
cooperare nel provocare la malattia. Alcune delle aree che vengono studiate come possibili cause della ME/CFS sono:
Infezioni
La
malattia delle persone con la ME/CFS spesso comincia in un modo che a
loro ricorda il prendersi l'influenza. Questo ha fatto sospettare
ai ricercatori che un'infezione possa scatenare la ME/CFS. Inoltre
circa una persona su 10 che si infetta con l'Epstein-Barr virus, il
virus Ross River, o la Coxiella burnetii sviluppa una serie di sintomi
che rispondono ai criteri per la ME/CFS. Le persone con queste
infezioni che hanno avuto sintomi severi è più probabile che in seguito
sviluppino sintomi di ME/CFS rispetto a coloro che hanno avuto sintomi
leggeri. Ma non tutte le persone con la ME/CFS hanno avuto queste
infezioni. Altre infezioni che sono state studiate in connessione con
la ME/CFS sono l’human herpesvirus 6, enterovirus, rubella, Candida
albicans, bornavirus, micoplasma, e virus di immunodeficienza umana
(HIV). Tuttavia queste infezioni non si è visto che causino la ME/CFS.
Cambiamenti nel sistema immunitario
È
possibile che la ME/CFS sia causata da un cambiamento nel sistema
immunitario della persona e al modo in cui risponde alle infezioni o
allo stress. La ME/CFS condivide alcune caratteristiche con le malattie
autoimmuni (malattie in cui il sistema immunitario attacca i tessuti
sani del proprio corpo, come nell’artrite reumatoide). Per esempio, sia
la ME/CFS che la maggior parte delle malattie autoimmuni sono più
comuni nelle donne e sono entrambe caratterizzate da un’aumentata
infiammazione. Tuttavia, altri segni di malattia autoimmune, come il
danno ai tessuti, non sono stati trovati nei pazienti con la
ME/CFS.
Gli scienziati pensano che il sistema immunitario possa contribuire alla ME/CFS in altre maniere, incluso:
• La produzione cronica di citochine
(le citochine sono proteine che sono prodotte dal sistema immunitario e
regolano il comportamento delle altre cellule). Livelli più alti di
citochine per un periodo prolungato possono portare a cambiamenti nella
capacità del corpo di rispondere allo stress e possono portare allo
sviluppo di disturbi di salute, inclusa la ME/CFS. • Lo scarso funzionamento delle cellule natural killer (NK).
Le cellule NK sono cellule del sistema immunitario che aiutano il corpo
a combattere le infezioni. Molti pazienti con la ME/CFS hanno
cellule NK con una capacità funzionale minore per combattere le
infezioni. Gli studi hanno scoperto che peggiore è la funzionalità
delle cellule NK nei pazienti di ME/CFS, maggiore è la severità della
malattia. I test di funzionalità delle cellule NK sono difficili da
fare e i risultati non sono affidabili al di fuori di studi di ricerca.
A causa di questo problema, i test di funzionamento delle cellule
NK non sono molto utili per il personale sanitario. Inoltre, un basso
funzionamento delle cellule NK può verificarsi in altre malattie e
perciò non può essere utilizzato per diagnosticare la ME/CFS. • Differenze nei marcatori di attivazione delle cellule-T.
Le cellule-T sono cellule del sistema immunitario che aiutano ad
attivare e sopprimono le risposte immunitarie alle infezioni. Se
diventano troppo attive o non attive a sufficienza, la risposta
immunitaria non funziona come dovrebbe. Tuttavia, sembra che non tutti
i pazienti con la MECFS abbiano queste differenze nei marcatori di
attivazione delle cellule T.
Stress che ha effetto sulla chimica corporea
Stress
fisici ed emotivi hanno effetto sull'asse
ipotalamico-pituitario-adrenale (asse HPA). L'asse HPA è una rete
complessa che controlla la reazione del corpo allo stress e regola
molti dei processi corporei, come la risposta immunitaria, la
digestione, l'uso di energia, e lo stato d'animo. Questo accade
attraverso connessioni fra due ghiandole del sistema nervoso (ipotalamo
e ipofisi) e ghiandole surrenali (piccoli organi che risiedono sopra i
reni). Le ghiandole rilasciano vari ormoni, come l'ormone che rilascia
corticotropina, il cortisolo, e altri. Quando questi ormoni sono fuori
equilibrio, molti sistemi e funzioni corporee, come la risposta
immunitaria, possono risentirne in modo negativo. Il cortisolo, spesso
chiamato “l’ormone dello stress”, aiuta ad abbassare
l'infiammazione e a calmare il sistema immunitario. Bassi livelli
di cortisolo perciò possono portare a un aumento nell'infiammazione e
nell'attivazione cronica del sistema immunitario. I pazienti con la
ME/CFS riportano comunemente di stress fisici ed emotivi prima di
ammalarsi. Alcuni pazienti con la ME/CFS hanno livelli di cortisolo più
bassi delle persone sane, ma i loro livelli di cortisolo sono comunque
all'interno del range normale. Perciò, i medici non possono usare i
livelli di cortisolo per diagnosticare o trattare la ME/CFS.
Cambiamenti nella produzione di energia
Gli
scienziati hanno trovato delle differenze fra le persone con la ME/CFS
e le persone sane nel modo in cui le cellule del loro corpo ricevono la
propria energia. Tuttavia maggiori studi sono necessari per capire come
questi risultati possano contribuire alla malattia
Possibili collegamenti genetici
Membri
della stessa famiglia a volte hanno la ME/CFS. Gli studi svolti su
gemelli e familiari suggeriscono che sia i geni che l'ambiente possano
giocare un ruolo nella ME/CFS. Gli scienziati non hanno ancora scoperto
quali geni esatti o altri fattori dell'ambiente possano essere
responsabili. È necessaria maggiore ricerca.
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Alle successive domande risponde il Prof. Umberto Tirelli, oncologo all'Istituto Nazionale dei Tumori di Aviano (Pordenone)
Quali sono state le prime descrizioni di CFS?
La
CFS è giunta alla ribalta dei mass media e dell’opinione pubblica in
seguito ad una epidemia verificatasi attorno alla età degli anni ’80
negli Stati Uniti. Già nel 1770 Richard Manningham descrisse una
patologia post-infettiva simile alla CFS, che allora venne chiamata
“febricula”. Le persone che ne erano affette erano normali dal punto di
vista neurologico, ma improvvisamente si ammalavano di una malattia che
perdurava per molto tempo e che, dalla descrizione, era molto simile
alla CFS. Tra il 1860 e il 1880, si parlò, nei paesi occidentali,
di neurastenia come di una condizione di esaurimento nervoso,
caratterizzata da una stanchezza inspiegabile, sia fisica che mentale,
anche dopo un minimo sforzo, alla quale erano associati sintomi di
anormale funzionalità di vari organi, soprattutto del sistema
neurovegetativo.
Si riscontravano mal di test, disturbi gastroenterici e sensazioni
soggettive di ogni tipo, ma il principale sintomo era la stanchezza
neuromuscolare, molto grave e perdurante a lungo. I medici del tempo
videro la neurastenia come una nuova e allarmante malattia, molto
frequente che poteva essere la conseguenza e, nello stesso tempo, la
causa di numerosi problemi sociali.
Sostanzialmente però, in assenza di una base neuropatologia che
spiegasse la neuroastenia, e considerando anche che la cura proposta,
cioè il riposo, si era dimostrata di scarsa utilità, l’interesse per la
neurastenia scemò e tale sindrome venne relegata nell’ambito della
psichiatria e dei disturbi correlati, in particolare della depressione.
Quali sono state le rilevazioni nel XX secolo?
La
prima epidemia registrata in questo secolo è quella verificatasi tra i
dottori e le infermieri di diversi ospedali di Los Angeles nel 1934.
Questa epidemia, che fu allora descritta come una sospetta
poliomielite, fu riportata sulla rivista medica “Archives of Internal
Medicine” nel 1936. Alla fine degli anni ’30 in Svizzera, furono
descritte alcune epidemie con sintomi simili alla CFS, che si erano
manifestate oltre che nella comunità ospedaliera anche nella comunità
militare. Tutti questi casi furono descritti in dettagli, e apparve
subito evidente che i sintomi più importanti e più caratteristici erano
la stanchezza muscolare e i disturbi neuropsicologici, in analogia con
la definizione attuale di CFS.
Nei primi mesi dell’inverno del 1948, una malattia che sembrava
coinvolgere il sistema nervoso centrale colpì la città di Akureyri,
sulla costa settentrionale dell’Islanda. Nel 1955 fu possibile
riesaminare 39 pazienti che erano stati colpiti dalla malattia del 1948
e si scopri’ che, tra quelli che avevano sviluppato la sintomatologia
più grave, soltanto il 25% era completamente guarito, mentre il 50%
presentava ancora dolori muscolari residui. Molti pazienti lamentavano
ancora una anormale affaticabilità dei muscoli, dolori muscolari,
insonnia e perdita della memoria.
Nel 1950 un’epidemia che fu inizialmente etichettata come poliomielite,
interessò estesamente la Stato di New York.
Nel 1954, a Londra si diffuse tra le infermiere del Middlesex Hospital
una sindrome con caratteristiche analoghe a quelle delle epidemie
descritte in Islanda e a New York.
Nell’estate del 1955 la divisione di malattie infettive del Royal Free
Hospital di Londra comincio a ricoverare pazienti affetti da
un’infezione sconosciuta che provenivano dalla regione settentrionale
di Londra. Questi pazienti riferivano di essere stati colpiti, qualche
tempo prima, da una malattia che inizialmente sembrava simile
all’influenza, con mal di gola, sintomi respiratori, ingrossamento
delle linfoghiandole e una leggera febbre. Poi, invece di migliorare
come ci si sarebbe aspettato, erano cominciati a comparire altri
sintomi, in particolare mal di testa, difficoltà della vista e alterata
sensibilità neurologica. I medici del Royal Free Hospital non ebbero
dubbi: questi pazienti dovevano essere affetti da un’infezione che
colpiva i muscoli, i nervi e le linfoghiandole. Però questa malattia
non era stata sino a quel momento descritta nei sacri testi medici.
Anche in questo caso si sospettò una poliomielite o una forma simile
alla poliomielite, ma ulteriori indagini non ne diedero conferma,
cosicché i medici non furono capaci di fornire alcuna spiegazione.
Nel 1984, in una piccola località in prossimità del lago Thaoe in
Nevada, due giovani medici descrissero in pochi mesi 200 casi di CFS in
residenti di quella città.
Improvvisamente persone fino a quel momento in perfetta salute e
giovani, si ammalarono di una misteriosa malattia che si protraeva per
molto tempo ed era caratterizzata soprattutto da una stanchezza
muscolare inspiegabile e da alterazioni intellettuali ugualmente
inspiegabili.
I due medici, Dan Peterson e Paul Cheney, capirono però di trovarsi
davanti a qualcosa di nuovo e che questi pazienti erano effettivamente
colpiti da una malattia seria, fino a quel momento poco conosciuta.
E’ possibile trarre un insegnamento dalla storia della CFS?
Siamo
di fronte a una malattia, la CFS, presente da molto tempo, ma che ha
delle caratteristiche ancora misteriose, sia dal punto di vista
eziologico che da quello epidemiologico e clinico. Perche’ soltanto
alcune persone sono colpite mentre altre vengono risparmiate? Quello
che sembra emergere dalla descrizione delle varie epidemie è che la
CFS, o malattie simili alla CFS, hanno colpito soprattutto persone che
per il loro lavoro potevano essere molto stressate, ma che allo stesso
tempo erano molto attendibili per quanto riguarda la veridicità dei
sintomi da loro riportati.
Anche se durante questo secolo vi sono state numerose epidemie di una
malattia simile o identica alla CFS, che hanno coinvolto diverse
comunità o un numero relativamente elevato di persone che lavorano
nello stesso posto, questi casi sono comune sopradici per quando
possiamo vedere dall’esperienza di oggi e pertanto non è assolutamente
necessario che le persone affette da CFS vengano isolate dalle altre.
Sebbene il tipico paziente con CFS sia un adulto di età compresa tra i
30 e i 40 anni, questa sindrome è stata diagnosticata in pazienti di
tutte le età, compresi i giovanissimi, i bambini e gli anziani (anche
se molto raramente) di entrambi i sessi, di tutte le razze e di ogni
gruppo socio-economico. Complessivamente, sebbene l’interesse sia
aumentato considerevolmente solo negli anni ’80, la CFS non sembra
assolutamente essere una malattia nuova.
A seguito delle descrizioni di numerosi casi di CFS, si sono costituite
in vari paesi, ma soprattutto negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in
Australia, ma anche in Italia delle associazioni di malati con lo scopo
di sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo medico sui problemi a
essa inerenti. In particolare, oltre a preoccuparsi affinché questa
malattia venga diagnosticata e possibilmente trattata con successo, le
associazioni di malati puntano sul fatto che la CFS venga riconosciuta
come malattia, per superare le enormi difficoltà che in tutti i paesi i
pazienti hanno per essere riconosciuti come tali e poter usufruire dei
sacrosanti diritti dei malati.
Qual è la prognosi della CFS?
Il
decorso della CFS è estremamente variabile da paziente a paziente.
Mentre alcuni pazienti sembrano stare meglio nel tempo, sia
spontaneamente che con le diverse terapie instaurate, arrivando anche a
guarire, in un consistente numero di persone la CFS può persistere per
diversi anni, senza miglioramento, oppure con alterni miglioramenti e
peggioramenti. Ad Aviano, circa un terzo dei malati ha sperimentato
un miglioramento dei sintomi e alcuni di essi anche la guarigione,
mentre i restanti pazienti non hanno per ora ottenuto miglioramenti
sostanziali nel tempo.
Cosa deve essere detto al paziente con CFS?
Non
essendo ancora disponibile un trattamento sicuramente efficace per
questa patologia, esiste però una strategia per la terapia della CFS
che può essere impostata con successo da un medico esperto nel suo
trattamento. E’ necessario ricordare l’importanza di una corretta
diagnosi e inoltre che questa patologia è cronica, ma con una certa
tendenza al miglioramento spontaneo, almeno in molti pazienti.
Qual è l’utilità degli antidepressivi nella CFS?
E’
molto scarsa, e questo è un altro argomento a favore del fatto che la
CFS non si identifica con la depressione. Se infatti le due malattie
fossero simili, l’uso degli antidepressivi sarebbe molto più efficace
nella CFS, di quanto non lo sia. Anche nell’esperienza di Aviano
l’uso degli antidepressivi è raramente associato a qualche beneficio,
spesso invece produce un netto peggioramento dei sintomi, specialmente
se vengono usati a dosaggi normali.
Qual è lo stile di vita consigliabile per un paziente con CFS?
Va
detto prima di tutto che puo’ essere molto difficile per una persona
precedentemente in buona salute e molto attiva ridefinirne la propria
vita, e adeguarsi alle limitazioni imposte dalla malattia, rimanendo
nello stesso tempo ottimista sulle possibilità di miglioramento e di
guarigione. Molti pazienti sono persone che hanno malauguratamente
ripreso troppo presto a lavorare a pieno ritmo nelle prime settimane
dopo un evento infettivo anche banale, invece di far seguire
all’infezione un periodo di riposo e una convalescenza adeguati.
E’ senz’altro necessario ridisegnare la propria giornata e le proprie
attività di lavoro o di studio, concedendosi un periodo di riposo
assoluto ed eliminando del tutto gli stress evitabili.
Come comportarsi con i problemi del lavoro e delle pensioni di invalidità?
Questo è uno dei problemi più importanti per i pazienti con CFS ed è
anche molto difficile da risolvere.
Molti pazienti hanno già sperimentato le difficoltà di godere dei
benefici della malattia, come gli altri malati.
Purtroppo nel nostro paese molti non hanno visto riconosciuta la loro
malattia, anzi hanno spesso avuto spiacevoli esperienze con commissioni
medico-legali.
D’altra parte però va detto che negli ultimi tempi alcuni pazienti con
CFS sono stati riconosciuti come parzialmente invalidi e hanno ottenuto
qualche vantaggio.
Spero che con la maggiore conoscenza della sindrome tra i medici
italiani, anche le commissioni di invalidità sapranno valutare meglio i
pazienti affetti da CFS. |