STANCHEZZA DA STRESS

Il termine stress deriva originariamente dalla fisica e dall’ingegneria, e indica la capacità di sottostare a un carico, cioè di resistere a una tensione, e come tale è un’entità fisica finita e misurabile. Così un ingegnere che costruisce un ponte o il braccio di una gru è in grado di calcolare il peso che possono sopportare e sa che superando tale peso la struttura si sfascia o si deforma. La scienza delle costruzioni è andata ancora più in là e ha scoperto che sottoponendo preventivamente certi materiali a uno stress, come nel caso del cemento precompresso, si puo’ accrescerne la resistenza.
Sul piano biologico tutti gli esseri viventi sono in lotta costante con il loro ambiente. Le piante devono trarre dal suolo il nutrimento e resistere ai climi oppure adattarsi ad essi. E così gli animali, gli uccelli, i pesci, gli insetti, sono ugualmente impegnati in una lotta continua con il mondo, o meglio con la piccola parte di mondo in cui vivono.
Per l’uomo, nei paesi evoluti, l’ambiente psicosociale o interpersonale è più importante di quello fisico. Ammesso il bisogno di conseguire un ragionevole successo, o di vivere una vita equilibrata, è ovvio che ci sarà un prezzo da pagare per gli insuccessi. Si può ipotizzare che il meccanismo di difesa da un eccessivo stress assuma l’aspetto di una malattia reattiva, il che significa che l’individuo cerca di sottrarsi, ammalandosi, alla situazione stressante. Si tratta tuttavia di una reazione psicologica che si svolge a livello inconscio, anche se poi la malattia e i sintomi risultano del tutto autentici e reali, Questi fenomeni sono noti come reazioni psicosomatiche, e sono alla base di quelle che vengono chiamate malattie da stress.
Solo l’eccesso di stress è dannoso, l’uomo è in grado di vivere in mezzo agli stress e all’ansietà, senza necessariamente rinchiudersi in se stesso.
Vi sono alcuni consigli pratici da dare alla gente “indaffarata” che riguardano il modo di affrontare gli stress.
Il primo è questo: quanto più uno è assorbito dal lavoro, tanto più deve sentire il bisogno di stabilire delle priorità, in modo da poter utilizzare il poco tempo libero e le proprie energie con avvedutezza. Ciò significa anche ammettere che certi problemi non devono essere sopravvalutati, che non si può sprecare troppo tempo su questioni semplici e banali. Questo atteggiamento deve essere esteso anche alla vita quotidiana: succede spesso di vedere persone ridotte letteralmente a pezzi da problemi di nessun conto, tormentate da situazioni sulle quali si possono assolutamente influire.
Il secondo punto: in termini di rapporti interpersonali, sia nella piccola unità familiare sia nel più ampio ambiente di lavoro, l’individuo deve abituarsi a prendere attentamente in considerazione gli effetti che le sue decisioni, le sue azioni, le sue reazioni, possono avere sugli altri. Sia un’eccessiva spensieratezza che un eccessivo autocontrollo possono avere conseguenze stressanti. Un supervisore troppo rigido, un datore di lavoro irascibile, quando sono di cattivo umore, riescono a mettere in crisi un’intera organizzazione, generando incredibili livelli di stress, stati ansiosi, ridotta produttività. Molto spesso queste persone non sono consapevoli del caos che producono, e lo stesso certamente avviene nelle loro famiglie: bisogna che qualcuno li avverta. Perdere la calma è probabilmente il più comune fra i sintomi di stress: indica che il soggetto è incapace di fronteggiare razionalmente la situazione, e cerca di uscirne in maniera esplosiva. D’altra parte è molto meglio esternare l’aggressività piuttosto che soffocarla e andare in giro di malumore , brontolando e recriminando, ma è chiaro che ci sono moltissimi modi per farlo.
La competizione è ed è sempre stata essenziale per la vita, specialmente per l’uomo. Tuttavia non c’è alcun dubbio sul fatto che quelli che vengono comunemente chiamati disturbi mentali oggi sono in costante aumento.
Stando così le cose è lecito supporre che gli stress della vita moderna ne siano in parte responsabili. Il termine stress è diventato rispettabile e di conseguenza spesso desiderabile, tanto che in un certo senso è entrato a far parte degli attributi del successo.
Non vi è dubbio che il livello qualitativo della nostra esistenza, sia a casa sia in ufficio sia in fabbrica, lasci molto a desiderare. Se vogliamo ridurre al minimo i fattori di stress, e fare in modo che ognuno di noi dia il meglio di se stesso, è necessario riorganizzare completamente le funzioni direttive e il criterio di analisi delle motivazioni.
Solo così potremo vedere uomini equilibrati e armonici che lavorano per scopi equilibrati e armonici. La sempre maggior frequenza di stati di malattia è dovuta all’insuccesso di molti di noi a realizzare un equilibrio dell’equazione personalità-ambiente.
La mancanza di soddisfazioni, così come il fallimento degli obiettivi lavorativi, provocano una forma di esaurimento, oggi battezzata sindrome del burn-out, come dire “bruciato dal lavoro”. I sintomi vanno dall’aggressività al totale disinteresse per la propria attività, dall’irritabilità alla depressione, alla stanchezza e all’insonnia.

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